KERALE

Questo è un cortometraggio di circa 2 minuti concepito e filmato a casa di un mio amico nel lontano 1996. Ben sette anni dopo, ho casualmente ritrovato la cassetta sulla quale avevamo registrato le riprese, ho acquisito il tutto su PC e mi sono dedicato al montaggio, alla composizione della colonna sonora (estremamente legata alle immagini) e infine alla sonorizzazione: tutti gli effetti sonori che sentirete sono stati registrati da me, e in seguito sincronizzati al video!

Emanuele Castelli (sceneggiatore e regista del corto), scrive a proposito di "Kerale":

Il grande cinema d'autore ha da sempre puntato sull'espressività del volto umano. Telecamera fissa, per decine di secondi, su uno sguardo che comunica e trasporta lo spettatore negli stati d'animo più intimi della persona. Penso a Wim Wenders, o a Krzysztof Kieslowski . Niente di tutto questo in "Kerale", o almeno, niente per quanto riguarda a parte più comunicativa del corpo umano. Piuttosto i piedi, nel loro fare più quotidiano, il camminare, in ciabatte, in un appartamento qualsiasi. La ripresa immobile della macchina da presa ci rende nascosti spettatori di un'attività che, seppur comune, è di rado osservata, appunto, il camminare. La porta che si apre, la porta che si chiude è il secondo elemento di "Kerale". La ripresa frontale, esatta, lineare, che provoca ansia. Non sappiamo, né possiamo capire cosa avviene in quei rapidi secondi. "Kerale" vuole essere il tentativo di giocare sulla parte più nascosta della nostra emotività, il comune non osservato, la mancanza di comprensione, i piccoli particolari. Tutto con l'esplicito tentativo di suscitare nello spettatore, seppur per una manciata di minuti, l'angoscia che il grande cinema trova nelle lunghe sequenze, negli interminabili primi piani. Non importa per questo che la storia abbia un significato rapidamente rintracciabile. Anzi, sarebbe dannoso, in quanto chiuderebbe, con un contenuto di senso, un'esperienza invece aperta all'intimo di ciascuno. Più intenso è il coinvolgimento che lo spettatore prova durante la proiezione, più lunga sarà inevitabilmente l'angoscia che si porterà dietro dopo la fine della stessa. Ancor più anomalo è il registro narrativo di "Kerale". La proiezione inizia con gesti inconsueti, ma comuni. I particolari non hanno un senso immediato, ma la scenografia omogenea rende il tutto molto familiare. L'impressione è infatti di perdere le coordinate in un sistema conosciuto. Cosa di più angosciante? Fino a quando si scopre che l'attenzione che si è fatta all'immagine non risolve il film. Ciò che si è osservato, anche ai più piccoli particolari, all'unico volto che compare (la fotografia di un bambino), ai pezzi degli scacchi che appaiono o scompaiono, all'uomo presente nello sgabuzzino: tutto ciò non aveva importanza. Il suono, invece, che sembrava un semplice accompagnamento, ci porta alla conclusione. "Kerale" acquista un senso solo con l'evoluzione, graduale ma rapidissima, del registro musicale. "Kerale", si scopre, non sarebbe stato che un insieme inorganico di sequenze, senza colonna sonora. Lo spettatore si sbaglia. Probabilmente continuerebbe a sbagliarsi durante una seconda visione, se continuasse a cercare la ragione del proprio senso di smarrimento nelle immagini, o meglio, nell'antitesi visuale anomalo-familiare. È il linguaggio musicale, inconsapevolmente penetrante, che dona al susseguirsi sconnesso ed insensato delle azioni un contenuto di senso. Nella sua semplicità, "Kerale" pone seri ostacoli a chi desidera arrivare ad una soluzione, ad un giudizio. "Kerale" abbandona la parola, come medium codificato di senso. Abbandona l'espressività del corpo umano. Lima tutto ciò che è socialmente e culturalmente condiviso per comunicare direttamente all'intimo. Rifiuta le lunghe ed articolate narrazioni, per rinchiudersi in due minuti in cui la mente non deve, non può lavorare se non vuole essere messa in discussione. Questo, e forse molto di più, è "Kerale".

Kerale.avi (12.1MB)

il video è in Divx 5.02, potete scaricarel'apposito codec qui

Qui invece potete ascoltare la colonna sonora, per la quale ho utilizzato per la prima volta il mio Sitar indiano

Kerale.mp3 (1.7MB)

Sono anche disponibili gli effetti sonori che ho registrato ed utilizzato nel video alla pagina Free Samples

 

Credits:

Cast: Rodolfo Villani

Regia: Emanuele Castelli

Sceneggiatura: Castelli Emanuele e Matteo Bosi

Montaggio audio/video: Matteo Bosi

Musica e sonorizzazione: Matteo Bosi

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