NATIVE INSTRUMENTS B4


Recensione scritta nel 2001 in collaborazione con Alar Recording Studio di Simonazzi Federico


Il suono dell'Hammond è ritornato, più versatile e realistico che mai, e finalmente è adatto alle tasche di ogni musicista (non dimentichiamoci che al giorno d'oggi un Hammond è un vero e proprio oggetto da collezione, il cui prezzo si aggira intorno ai 10 milioni). La tedesca Native Instruments (NI), attivissima nel campo della simulazione sonora e produttrice di Reaktor e Pro-52, ha analizzato con un incredibile dettaglio tutte le caratteristiche elettro-meccaniche della generazione del suono e dell'amplificazione valvolare di un vero hammond e le ha riproposte con un incredibile realismo nel software B4. Il software è compatibile sia con Windows o MAC e può essere installato sia in versione stand-alone che come VST-instrument. In quest'ultimo caso, per il suo utilizzo, è necessario appoggiarsi ad una applicazione host VST, come ad esempio Cubase. Per il test di questa recensione è stata sfruttata l'installazione stand-alone, che permette l'utilizzo dello strumento collegandolo direttamente ad una master-keyboard esterna (ma la NI ha dato anche la possibilità di suonare le note tramite la tastiera del PC!). L'uscita audio può essere indirizzata ad una scheda sonora con supporto direct-sound (ad esempio una comune Sound Blaster) oppure con supporto ASIO. In entrambi i casi la latenza di playback osservata è minima: su un Athlon K7 700MHz è stato possibile settarla al minimo valore di 10ms senza perdite udibile di qualità audio. La polifonia dello strumento è invece limitata teoricamente solo dalla potenza della CPU, e può arrivare al massimo a 91 note. La veste grafica è quanto di più accattivante si possa immaginare: sembra proprio di essere seduti davanti ad un hammond! Davanti a noi ci sono tre tastiere sovrapposte (la "upper", la "lower" e la "pedaliera") e i settaggi manuali delle drawbars, separati per ciascuna delle tre tastiere. Con un click si passa alla parte di impostazione del suono, dove è possibile controllare i settaggi del vibrato, del rotary speaker, dell'amplificazione valvolare, dei microfoni del cabinet, la percussione e scegliere il preset utilizzato. L'interfaccia utente è molto semplice ed il programma non presenta alcuna difficoltà di utilizzo: la gestione dei preset e tutti i comandi sono di uso estremamente intuitivo, anche se sarà necessaria un poco di esperienza per utilizzarli al meglio e riuscire a "tirare fuori" il suono che si ha in mente. Il software è comunque fornito con un centinaio di suoni già pronti all'uso, adatti a diversi generi musicali. Particolarmente interessante risulta la possibilità di sfruttare la sezione di effettistica (vibrato, overdrive, rotary speaker…) con qualsiasi input esterno. C'è da dire che nel nostro test la Sound Blaster non si è comportata nel migliore dei modi: a causa della lentezza dei driver dedicati, il segnale di input ha una latenza di circa 100ms, e non si rivela pertanto di facile utilizzo. D'altra parte, l'uso dei driver ASIO si è rivelato esaltante: è stato possibile suonare una chitarra elettrica e ascoltarne l'uscita dal simulatore di rotary speaker del B4 con risultati eccezzionali! Tutti i parametri del B4 sono controllabili via MIDI e quindi il software può essere pilotato completamente da un sequencer esterno. Veniamo infine alla generazione sonora vera e propria. Confesso di non aver mai visto ne sentito un hammond dal vivo, ma il suono che esce dalle casse è estremamente bello e ricco di armonici. La simulazione valvolare aggiunge calore e permette di ottenere un bell'overdrive, mentre il rotary speaker da al suono una grande spazialità. Di grande interesse infine la possibiltà di applicare la sezione di effettistica a qualsiasi segnale esterno, in modo da ottenere effetti anche insoliti e inusuali, e il pieno controllo MIDI di tutte le caratteristiche del suono.

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