Recensione scritta nel 2001 in collaborazione con Alar Recording Studio di Simonazzi Federico
Ulteriori informazioni riguardo a Gigasampler potete trovarle qui
Con l’uscita di Gigasampler il mondo dei campionatori è stato rivoluzionato. Mentre in passato era necessario lottare con la RAM per poter caricare tutti i samples di una canzone, ricorrere a loop o artifici per rendere il suono al meglio e ridurlo a dimensioni minime, ora è possibile caricare tutti i campioni che servono, senza più preoccuparsi dello spazio a disposizione. Gigasampler sfrutta una tecnologia innovativa e rivoluzionaria, di streaming audio: nella RAM del computer viene caricato solo l’attacco del campione; quando poi questo verrà suonato, il PC inizierà a riprodurre il suono dalla RAM (garantendo così una latenza minima, che raggiunge i 3-8 ms con le schede compatibili) e leggerà il resto della forma d’onda direttamente dal disco fisso. Tutto avviene in tempo reale e non vi sono quindi più limiti alla dimensione fisica del campione. Gigasampler si divide in due parti: il campionatore vero e proprio e l’instrument editor. Dal programma principale (un vero e proprio “rack” anche dal punto di vista grafico) si caricano i banchi necessari, tramite un sistema di drag and drop, assegnandoli a ciascuno dei 16 canali a disposizione. Qui possiamo vedere il livello di uscita dei vari strumenti, ed effettuare tutte le impostazioni del programma. È disponibile anche un mixer con il quale regolare il livello di uscita dei singoli canali. C’è da dire comunque che l’interfaccia utente non è il massimo. I vari banchi presenti nel disco fisso sono visualizzati nella finestra “loader” ed organizzati secondo le directory del disco fisso. La navigazione all’interno di questa finestra non è delle più agevoli, e si sente la mancanza di una opzione ridimensionarla. L’instrument editor è il vero e proprio “cuore” del programma, nel quale vengono creati e modificati i banchi di suoni. Una trattazione dettagliata, assieme ad uno specifico tutorial, si può trovare nella sezione “tips and tricks” (LINK!) di questo sito. Qui ci limiteremo a descriverne le caratteristiche salienti e distintive. A ciascuna nota del nostro banco suoni possono essere associate 32 “dimensioni” fisiche, il che equivale a dire che, invece di un solo sample per nota, possiamo averne fino a 32, in modo da raggiungere un realismo senza precedenti. Alcuni esempi: possiamo specificare fino a 32 split per la velocity di una nota: a seconda dell’intensità con cui premeremo il tasto della tastiera, verrà suonato un campione diverso. Questa possibilità si rivela interessantissima per avere ad esempio un pianoforte o una rullante “dinamico”, dei quale siano stati acquisiti diversi campioni a diverse intensità (pianissimo, piano, forte, fortissimo). Le dimensioni a disposizione sono molteplici. Possiamo ad esempio cambiare il sample suonato tramite un controller: particolarmente utile in caso di un pianoforte nel quale siano state campionate le note singole e le note con il pedale del sustain premuto; in questo caso potremo passare dal sostenuto al suono normale con la pressione del pedale di sustain (CC64). È possibile sovrapporre due campioni diversi (layer split) e ad esempio regolare il volume di ciasuno di essi con un controller: supponendo di avere due sample di sax, “forte” e “piano”, attraverso la modwheel potremo sfumare realisticamente tra i due. Come in ogni campionatore, sono presenti i vari inviluppi, filtri risonanti, inviluppo del filtro, possibilità di looppare i campioni e ogni altra opzione standard. Queste caratteristiche possono essere applicate separatamente ad ogni dimensione di ogni nota. È poi presente una comodissima opzione di “instrument wizard”, per creare in modo rapido un intero banco dopo aver importato i sample. Infine, Gigasampler è fornito con un programma (NemeSys S-Converter) per convertire i campioni dal formato AKAI S1000 o S3000 in formato Gigasampler (.gig). E’ doveroso osservare che qui le cose potevano essere curate decisamente meglio: è incredibile che manchi una opzione per ascoltare il banco di suoni di un CD AKAI senza doverlo per forza convertire in gig! Questa utilità di conversione funziona comunque a dovere, permettendo la conversione diretta di un banco AKAI a gig, oppure esportando semplicemente le forme d’onda in formato WAV (ma ancora una volta, senza possibiltà di preview). Inoltre, anche qui l’interfaccia utente non è delle migliori. Si sente la mancanza di una opzione per convertire tutto il CD o diverse partizioni con un solo click del mouse. Per quanto riguarda la caratteristiche tecniche, Gigasampler lavora a 32 bit può arrivare a 96KHz di campionamento. La polifonia è di 64 voci, ma chiaramente sarà limitata dalla velocità dell’hard disk (vi consigliamo caldamente un 7200RPM o un sistema SCSI!) e dalla presenza di altri programmi, come ad esempio un sequencer che, assieme ai campioni Gigasampler, fa “suonare” altre tracce audio. Per l’uso di Gigasampler basta una comune Soundblaster, ma schede con output multipli (come ad esempio la Creamware Pulsar) e compatibili Gigasampler permettono di assegnare ad ogni canale un output specifico, per dirottare il segnale di ciascun canale separatamente al mixer. Per una lista di schede compatibili Gigasampler è opportuno consultare il sito della Nemesys In definitiva, Gigasampler è sicuramente un prodotto rivoluzionario, con il quale chi produrrà un nuovo campionatore software dovrà necessariamente confrontarsi. Purtoppo, in alcuni casi l’interfaccia utente lascia un pò a desiderare, ma questi sono a mio parere dettagli secondari rispetto alle potenzialità e alle caratteristiche offerte dal programma.
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