Review by Marco Banfi - www.suburbiamagazine.net
Da Parma ci giunge questa interessante proposta, frutto del lavoro di Matteo Bosi, intraprendente venticinquenne con la passione per il metallo epico e gotico che, avendo molte buone idee in testa ha intrapreso l’inusuale strada della realizzazione in proprio.
Per il lavoro in questione, composto da ben 9 canzoni, Matteo si è infatti servito di un computer debitamente attrezzato, una chitarra elettrica e la sua fantasia e bravura compositiva. Non è facile inquadrare il genere proposto, soprattutto per il fatto che gli album strumentali di solito si collocano in territori più prog, mentre qui siamo di fronte a brani sì multiformi (come vorrebbe il genere progressive), ma che si possono ricondurre ad un metal epico con forti venature folk e spesso infarcito di sonorità più oscure, tipiche del gothic. Assistiamo quindi nel corso del disco a momenti tipicamente riconducibili all’epic metal, alternati a partiture acustiche e di ampio respiro, volte a sottolineare alcuni momenti del concept che sta dietro all’intero lavoro, o ancora a riffs volti a creare atmosfere cupe e plumbee in pieno stile gothic.
Il risultato, nonostante spesso realizzazioni al computer siano decisamente carenti dal punto di vista della resa sonora, è tutt’altro che disprezzabile: il buon songwriting fa sì che il disco scorra piacevolmente, senza che mai si sia tentati di saltare alla traccia successiva, e la qualità della registrazione è buona, anche se a tratti un po’ “plasticosa”, come è normale che sia per lavori fatti con massiccio uso di suoni campionati, ma la cosa non da mai particolare fastidio.
Il lavoro da poi una piacevole sensazione di omogeneità e compattezza, tanto da invogliare, come suggerito dall’autore stesso, all’ascolto tutto d’un fiato, per poter essere in tal modo apprezzato a fondo. Per chi volesse, si possono scaricare dei pezzi del lavoro all’indirizzo staxe.vitaminic.it/alchimia-proibita.
Un ultima nota sulla presentazione del cd, davvero molto curata e professionale; l’era delle cassette con la copertina fotocopiata da scambiarsi a mano pare definitivamente tramontata: sarà realmente un bene?
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